Non riesco a gestire la rabbia Loretta Guglielmi blog

“Non riesco a gestire la rabbia”

Forse solo perché non sai a cosa SERVE

appunti di Evoluzione Personale

Foto di 傅甬 华 su Unsplash


Ascolto consigliato durante la lettura: AC/DC, Thunderstruck
Tempo stimato di lettura e ascolto: 5 minuti del tuo tempo per Evolvere.

“Le tigri della rabbia sono più sagge dei cavalli dell’istruzione”. William Blake

Gestire la rabbia pare sia un problema di molti. E se anche tu, qualche volta, ti sei dett@ con una certa autocritica “non riesco a gestire la rabbia“, sei nel posto giusto. Scoprirai che, indossando per un attimo gli occhiali dell’olistica e della psicoenergetica, il problema si può risolvere osservando questa rabbia tanto vituperata da un’altra prospettiva. Semplice come bere un caffé col limone 😉 Seguimi, ti spiego perché questo può aiutarti a trovare delle risposte. Ma soprattutto, a giocartela molto meglio, migliorando con la pratica il modo in cui vivi questa emozione. E, di conseguenza, le relazioni che a volte ne risentono.

“Non riesco a gestire la rabbia”. Ma se ti chiedi come gestire la rabbia, ti poni… la domanda sbagliata.

Faccio una breve digressione riguardo al movente di questo post sul sentimento di rabbia. In passato ho fatto il marketer di professione. Ciò significa che sono particolarmente sensibile ai dati Google sulle ricerche degli utenti nei motori di ricerca (dati aggregati, naturalmente, non si può sapere chi cerca cosa su Google se non sei tu stess@ Google 😬). Come mai mi interessa ancora? Perché questi dati raccontano ciò di cui le persone sentono il bisogno, e oggi è questo il mio mestiere, aiutare a soddisfare alcuni bisogni specifici.

La rabbia è un tema oggetto di diverse ricerche su Google, quindi non manca chi vuole capirne di più. Sai – dati alla mano – cosa vogliamo sapere di solito? Vogliamo sapere come gestirla. Come controllarla, appunto. Al limite come liberarcene se è repressa, o addirittura come trattenerla. Qualcuno parla di combatterla o di superarla, come se fosse una brutta malattia venerea. Altri di reprimerla, calmarla o contenerla, come una bestia selvaggia (le tigri di Blake, per l’appunto…)

A quanto pare, nessuno – o quasi – si chiede a cosa serve.

Sappiamo che è un’emozione, anzi alcuni giungono a definirla un vero e proprio sentimento. Quindi, come ogni emozione, è un qualcosa che fa parte dell’umana natura. Sempre presente come possibilità, tanto quanto la possibilità di essere contenti o tristi, delusi o appagati, timorosi o fiduciosi. Et ceteram. Inevitabile come respirare, e altrettanto indispensabile. Inforchiamo questi occhiali olistici, che ci mostrano l’uomo nell’insieme di tutto ciò che lo definisce come tale.

E’ naturale che la rabbia, così altre emozioni, non ti porti a provare benessere lì per lì. Ma se esiste, se fa parte del nostro ventaglio di possibilità, non è un caso. A qualcosa deve servire. Non abbiamo organi inutili nel corpo, che non fungano a uno specifico scopo, no? Certo, sul cervello di qualcuno puoi nutrire a volte dei sospetti, ma almeno per controllare le funzioni vitali esso il suo lavoro lo fa. Lo stesso vale per le emozioni. E se fosse questa la chiave per vivere la rabbia nel modo giusto? Se ti bastasse capire a cosa serve, per evitare di fartene travolgere, procurando tutto quel malessere a te e a chi ti sta intorno? Per non dover più concludere: “Non riesco a gestire la rabbia“? Proviamoci.

La rabbia ti serve a capire cosa non va nella direzione che vorresti.

La Medicina Tradizionale Cinese è illuminante in questo senso.

Qui te la faccio semplice semplice, toccando solo alcuni punti chiave, ma ti invito ad approfondire da sol@ se la cosa ti intriga. Essa insegna che, innanzitutto, la collera può stare in relazione stretta con la paura. Ne è in qualche modo un prodotto derivato, a volte. Se la paura non ti blocca, reagisci maluccio a ciò che ti spaventa o ti minaccia, giusto? Non vuoi essere spaventat@ o minacciat@, e la rabbia ti fornisce una spinta a re-agire, in modo da tornare a sentirti al sicuro.

Ha un rapporto anche con la tristezza. Non a caso, gli esperti ti dicono che la rabbia è una delle fasi di elaborazione del lutto, ad esempio. Pensaci: quando sei molto triste non riesci ad arrabbiarti. Ma quando ciò che ti ha reso triste inizia a farti incazzare di brutto, è un segno che sei sulla buona strada. Devi solo continuare in quella direzione, e passare ancora oltre, poco a poco; ma per farcela non puoi saltare quel passaggio. Non mi dilungo qui, ho già approfondito come funziona questo processo in questo articolo dedicato a come cambiare vita.

Infine, la rabbia ti aiuta a tenere sotto controllo la tendenza a preoccuparti e rimuginare su cose e situazioni – spesso girando in tondo. Quando ti arrabbi, esci finalmente dal circolo vizioso dei pensieri in loop, e senti una spinta a prendere una direzione per risolvere la situazione. Vero o no, se pensi alla tua vita o a quella di altri intorno a te?

Vediamola anche da una prospettiva psicoenergetica più generale.

Tornando quindi in Occidente… Un carattere un po’ iracondo va spesso a braccetto con una certa difficoltà a vivere la vita con la giusta dose di leggerezza. Credimi, ne so qualcosa in prima persona. Quando si è un po’ rigidi, un po’ perfettini, si tende ad avere degli attacchi d’ira. Che spesso si accendono quando ci si sente trattati ingiustamente. Infatti, la rigidità di comportamento – quella di cui parla la Bioenergetica – porta con sé un profondo senso della giustizia, che è facile urtare.

Quindi qual è il problema?

Molto spesso ti penti dei tuoi sfoghi di rabbia, perché di fatto non ti portano a risolvere la vera questione. Sfogando l’ira contro l’oggetto – o il soggetto – che riteni l’abbia scatenata, spesso non ottieni altro che apparire aggressiv@, diventando a torto o a ragione il “cattivo” della situazione. Ecco perché la vogliamo controllare: lo abbiamo provato di persona, e lo abbiamo interiorizzato senza tante parole. D’altro canto, cosa accade se ti limiti a trovare delle strategie per non esplodere, senza aggiungere un’azione utile? Che quell’energia diventa repressa anziché aggressiva. E ti trasforma in una pentola a pressione, pronta prima o poi ad esplodere con violenza ancora maggiore. Magari per un nonnulla, quando è meno opportuno che succeda.

Ma non sta scritto da nessuna parte che devi lasciar accadere l’una o l’altra cosa. Puoi scegliere diversamente. Puoi prendere atto del fatto che sei arrabbiat@, e sfruttare la cosa in modo più smart: chiedendoti, prima di esternare qualsiasi cosa: “Cosa non sta andando nella direzione che desidero? E’ qualcosa che posso cambiare o no? Se sì, qual è il modo migliore per farlo? Se no, qual è il modo migliore per tutelarmi?” A quel punto, puoi usarne l’energia, quella spinta che la rabbia ti dà, per agire in modo utile anziché sfogarti.

La rabbia può trasformarsi in un prezioso carburante, chiamato determinazione.

Cosa si intende per agire in modo utile? Dipende… Torniamo alla domanda originale: cosa ti ha fatto arrabbiare davvero? Quelle parole del collega, o il fatto che ti hanno fatto sentire umiliat@? Quello specifico comportamento scorretto dell’amico, o il fatto che non ti piace essere trattat@ in modo scorretto? Quella “mancanza” del tuo compagno o compagna? Oppure il fatto che hai nei suoi confronti delle aspettative, e attendi che ti legga nel pensiero anziché esprimere i tuoi bisogni? E via discorrendo. Una pausa di riflessione, una strategia per prendere un attimo di distacco dalla situazione scatenante, diventa utile solo se sfrutti quel tempo per risponderti onestamente. Fra te e te, tanto non ti sente nessuno. E se poi impieghi quell’energia per fare delle scelte su come agire in modo efficace, proattivo, benefico sia per te che per gli altri.

Esprimere con calma come ti sei sentit@ e chiedere comprensione, ad esempio, con chi puoi farlo. Elaborare un piano o un progetto per salvaguardarti meglio, dove si rende necessario. E se proprio non puoi farci niente, cercare dei modi per fare buon viso a cattivo gioco. Delle strategie per vedere le cose da un altro punto di vista che le renda più tollerabili. Con la pratica scoprirai che le possibilità sono infinite, e che puoi scegliere quelle che ti vengono più facili. Ascolta cosa la rabbia ha da dirti, e usala come determinazione per prendere una direzione che ti piaccia di più. A quel punto la rabbia si scioglie da sé, e diventa l’entusiasmo di tentare nuove soluzioni. Lo dice, anche questo, la Medicina Tradizionale Cinese.

E’ più facile a dirsi che a farsi?

Ti ho detto che è come bere il caffé col limone 🤗 Ma qualsiasi competenza nasce cominciando un po’ alla volta. Inizia dal respirare e porti quelle domande giuste. Se serve, magari sfoga il malessere accumulato attraverso il corpo: con lo sport, facendo le pulizie di primavera… E lascia che poco a poco il talento di trasformare la rabbia nel tuo super serbatoio di carburante green si faccia strada in te. Provare per credere.

Meditazioni guidate online Loretta Claudia Guglielmi Studio Olistico

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